I miei oggetti nelle case degli altri: la madia

Voglio raccontarvi la storia di un bellissimo mobile che ho avuto per un po’ in negozio. Si tratta di una madia con apertura a persianetta, in legno massiccio, risalente agli Anni Cinquanta, attualissima ora nel mondo del modernariato.
Proveniente da una vecchia industria di Schio, in origine veniva utilizzata in ufficio come portadocumenti. Quando arrivò il momento di sostituirla con un mobile più moderno, adatto ad uffici più moderni, fortunatamente fu recuperata da una famiglia della zona che la sistemò nella propria taverna, dove organizzava spesso delle feste.
Quando la trovai era finita in una “stanza deposito”, dove non veniva più neanche spolverata ed era ridotta a contenere vecchie stoviglie. Il ciclo della sua vita, però, non era ancora giunto al termine.
Infatti divenne protagonista della mia vetrina, dove tornò a sorreggere oggetti e soprammobili degni della sua epoca, ma fu solo per un po’, finchè occhi diversi decisero della sua sorte.
Il destino la riportò a pochi passi da quella grande fabbrica dove tutto ebbe inizio, in una casa nella quale tanto è rimasto com’era, per non cancellare i segni del tempo: i pavimenti in legno, le porte con i vetri smerigliati, le scale in pietra, le pareti ruvide.
In una atmosfera calda e il gusto un po’ retrò, l’ambiente ideale per poter tornare ad essere protagonista.
Matriarca: Welcome home.


